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Ficus macrophylla f. columnaris

 (Moraceae)

Questo caratteristico esemplare di quasi duecento anni di età, ormai famoso in tutto il mondo, fu introdotto nella prima metà dell’Ottocento nell’Orto Botanico di Palermo. Successivamente, iniziò la sua rapida e inesorabile diffusione in tutti i parchi e giardini pubblici e privati della costa siciliana. Oggi è facile incontrarlo in monumentali esemplari, la cui crescita ha spesso modificato profondamente gli impianti architettonici originari.

È più noto come Ficus magnolioides Borzì, nome che richiama la somiglianza delle sue foglie a quelle della Magnolia grandiflora, con la quale viene talora confuso.

A Palermo esiste una strada denominata Viale delle Magnolie, che in realtà è alberata con questo ficus. Dalle foglie e dal fusto si ricava un latice bianco molto simile a quello che si estrae dal Ficus elastica per ottenere il caucciù, ma la qualità, per questo scopo, è sensibilmente minore. In natura (Lord Howe) cresce in dense formazioni insieme alla nota palma Kentia (Howea forsteriana). Fa parte del gruppo dei ficus denominati necat-plantas, cioè uccisori di piante ovvero fichi strangolatori in quanto, con il loro peculiare sviluppo inglobano e fagocitano ogni pianta o materiale che incontrano sul loro cammino.

Nell’areale di origine, questo singolare albero nasce generalmente come epifita (cioè come pianta che cresce su un’altra senza comunque esserne parassita). In seguito, dal giovane fusto e dalle ramificazioni cominciano a svilupparsi numerose radici aeree che, toccando terra e affrancandosi, si trasformeranno in pseudotronchi di sostegno, molti dei quali saldandosi fra loro, formeranno insieme al tronco principale, una gigantesca e indistinta biomassa legnosa. Oltre a queste radici aeree avventizie, sono presenti anche grosse radici tabulari, di sostegno al tronco principale, che raggiungono sul terreno lunghezze davvero considerevoli.  Le foglie, piuttosto coriacee, sono di colore verde scuro e glabre sulla pagina superiore e si presentano lievemente tomentose e color ruggine in quella inferiore. Le infiorescenze (i siconi) ascellari, disposte sulla zona terminale delle ramificazioni, non si trasformano in infruttescenze per l’assenza, in Italia, degli specifici insetti pronubi. Questa sottospecie è caratterizzata, rispetto alla sottospecie macrophylla, oltre che dal tomento color ruggine sulla pagina inferiore della foglia (F. macrophylla subsp. macrophylla ha invece la pagina inferiore verde), da foglie e da siconi generalmente più piccoli e, in particolare, dall’abbondanza di radici aeree e relativi pseudotronchi. Un vecchio albero copre facilmente la considerevole area di 2 ettari.

 

Nome comune |  Ficus magnolioide o Fico della Baia di Moreton

 

Etimologia | epiteto generico, dal latino ‘ficus, i’ e ‘ficus, us’, nome con il quale era chiamato il “fico comune”, Ficus carica L. o il suo frutto edule; macrophylla: grande foglia; columnaris, per via delle formazioni colonnari delle radici aeree.

 

Origine | Australia, Norfolk, Lord Howe

 

Habitat ed esigenze colturali | è un albero relativamente rustico, che si adatta a diverse condizioni di suolo, ma piuttosto esigente in fatto di temperatura e di spazio.

 

Orto Botanico

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