Fossa della Garofala

Introduzione
La Fossa della Garofala costituisce un lembo ancora visibile del paesaggio della Conca d’Oro, la grande pianura su cui si estende la città di Palermo e i suoi dintorni. La sua storia restituisce le tracce dei molteplici usi che si sono susseguiti nel corso dei secoli e che ne hanno determinato l’attuale conformazione. Ancora oggi si conservano, un numero elevato di manufatti tale da testimoniare un vero e proprio “sistema dell’acqua” di derivazione araba. È un luogo caratterizzato da profumi, colori, esemplari arborei monumentali e grandi estensioni di agrumeto.
Storia
Il nome deriva da Onofrio Garofalo, che alla fine del XV secolo ne era il proprietario. Successivamente, diventò proprietà di Luigi Filippo D’Orlèans, Re di Francia (dal 1830 al 1848), che nel 1809 venne a Palermo per sposare la figlia di Ferdinando III di Borbone, avviando la realizzazione di un elegante giardino, descritto nella seconda metà dell’Ottocento come uno dei più belli d’Italia e, addirittura, d’Europa. La peculiare conformazione geologica del sito ha determinato la sua utilizzazione come cava a cielo aperto per l’estrazione di materiale edile dal periodo punico e romano fino al XVII secolo. La presenza di ipogei con gallerie, di epoca incerta, alimenta inoltre l'ipotesi di un uso sepolcrale. Di particolare interesse sono stati i ritrovamenti di reperti fossili degli elefanti, oggi conservati presso il Museo geologico “G. G. Gemmellaro” di Palermo.
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Visitabile solo previa prenotazione
Ingresso gratuito