Ceiba speciosa L.

(Chorisia speciosa A. St. Hil.)

 (Malvaceae)

Volgarmente conosciuti come falso kapok per il contenuto dei loro frutti - grosse capsule che, aprendosi, liberano una morbida lanugine contenente i semi, un tempo adoperata per l’imbottitura di cuscini o materassi - questi alberi riescono a sopportare lunghi periodi di aridità, rimanendo senza foglie, grazie ai rami verdi e fotosintetici e al fusto trasformato in una riserva d’acqua al punto da assumere una singolare forma a fiasco, alla quale si deve il nome locale palo borracho, cioè albero ubriaco.

Analogamente al mandarino e al nespolo del Giappone, queste piante sono un perfetto esempio di diffusione in coltura avvenuta attraverso l’Orto Botanico di Palermo. Introdotte intorno al 1896 dal Brasile, esse furono notate in un giardino di Palermo nel 1910 dal botanico Michele Lojacono Pojero, il quale fornì una descrizione e cenni sulla biologia e l’ecologia, intuendo che presto sarebbero diventate essenze arboree di grande effetto decorativo per la città. A partire dal 1930, infatti, ebbe inizio un’estesa diffusione nel territorio ed esemplari di grande pregio si possono riscontrare ormai in tutta la Sicilia.

 

 

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